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Porco Rosso – Kurenai no Buta

Posted by Masamune su febbraio 8, 2011

Il 21 Novembre sono andato a vedere al cinema “Porco Rosso” portandomi dietro la mia bella combriccola di amici e amiche (anzi no queste me le sono perse tutte per strada, per vari motivi assurdi xD, Alessia ti odio <3). Ricordo di aver promesso a tutti che avrei scritto a breve un “articolo” sul film per cercare di spiegare alcune cose…

Domanda…l’ho fatto? Ovviamente no. Cercherò quindi di rimediare a questo errore non scrivendo nulla e con un ritardo imbarazzante. Ovviamente come ogni mio post finirà per diventare una cosa autoreferenziale che serve solo a me…ma tantè…

Allora intanto vediamo di dare qualche link succoso che faccia il lavoro per me ;-).

Ghibli Wiki – Sito enciclopedico su tutto quello che c’è da sapere sullo studio Ghibli, leggersi già solo la voce su Porco Rosso vi darà un sacco di info: Ghibli Wiki – Porco Rosso lo so sembra vuoto, dovete cliccare sui links a destra ;-).

Porco Rosso F.A.Q.

Q: Why did Porco become a pig?

Although it was never mentioned in the movie, a press release states that he was disillusioned with humanity, and cursed himself to be a pig. Miyazaki stated that “When a man becomes middle-aged, he becomes a pig”. It seems that Porco is carrying a lot of baggage, and that has something to do with him quitting being a human.

Schneider Trophy

Q: What was the strange cloud which Porco told Fio about?

It’s a cloud made of dead pilots and their planes making their last flight. The story is taken from Roald Dahl’s “They Shall Not Grow Old” in “Over to You: Ten Stories of Flyers and Flying”, 1946. Miyazaki says he loves Dahl’s stories about pilots and planes (Dahl was in the Royal Air Force during World War II), though he doesn’t much care for his children’s stories such as “Charlie and the Chocolate Factory”.

Le temps des cerises <3:

Le interviste a Gualtiero “Shito” Cannarsi (dialoghista e direttore del doppiaggio) che sono se non illuminanti quantomeno estremamente interessanti:

Everyeye – Intervista che tocca molti punti che secondo ogni appassionato di animazione dovrebbe leggere 😉

È il seme dell’orfismo, c’è poco da fare: dietro a un uomo che fugge dalla crescita, che resta -anche in una nobile intellettualità- nella dolce infanzia, c’è una madre forte o un rapporto infantile di forte dipendenza con una figura femminile forte.”

“Se Miyazaki Hayao è in qualche modo un disegnatore di mondi sensuali e fascinosi, si direbbe parti di libido, in cui lui per primo mette in atto il suo escapismo, al contrario Takahata Isao è un vero intellettuale che usa il medium animato per esprimere idee, concetti e tentativi di comunicazione educazionale reale. In questo senso, è normale che Miyazaki Hayao incontri un successo di grande pubblico, sempre alla ricerca di strade di escapismo, meglio ancora se dirette all’infanzia di ciascuno di noi, mentre Takahata Isao resti un regista per coloro che ‘hanno la forza e la voglia di provare a capire’.”

Everyeye – Seconda intervista, più focalizzata su Porco Rosso

“Quanto a me, credo che Porco Rosso sia un film che Miyazaki Hayao ha realizzato mettendoci dentro tutte le cose che piacciono a lui. Un film giocattolo. […] Porco Rosso era nato come un cortometraggio per la JAL (acronimo di Japan Airlines ndr). Era dichiaratamente nato come un film leggero per uomini d’affari stremati da lavoro, ipossia cerebrale e jet-lag. Miyazaki Hayao prese un suo fumettino di una manciata di pagine, pubblicato su una rivista di modellismo, per trarne appunto un corto o mediometraggio.”

Tema della Rori (Loli) Salvifica.

Se un tempo in Occidente l’animazione giapponese veniva denigrata ignorantemente, ora è oggetto di un’idealizzazione altrettanto ignorante. Ma la partigianeria, di qualsiasi fazione, è sempre ignoranza.”

35mm.it

“Takahata definisce la narrativa e lo stile di Miyazaki come ‘sensuali’; la sensualità, intesa come percezione sensoriale, è infatti una delle caratteristiche fodamentali del fascino dei film di Miyazaki”

Future Film Festival

Recensioni varie:

Corriere della sera

“Il nome, poi, Marco Pagot, è chiaramente un omaggio a una celebre dinastia di disegnatori italiani (quelli del primo lungo italiano, I fratelli Dinamite, e del pulcino Calimero) mentre la passione «segreta» è quella di un cinefilo di razza (nella prima scena lo scopriamo pisolare con la faccia coperta da una rivista che si chiama «Cinema» e nel suo solo momento di pausa lo troviamo in una sala buia a godersi un cartone animato che cita i personaggi di Pat Sullivan e Max Fleischer).”

“il protagonista ha la statura degli eroi mitici che ci ha tramandato il cinema, vicinissimi a scoprire il mistero della vita e poi rassegnati e immalinconiti dal mondo di nani in cui hanno accettato di vivere.”

Cinematografo.it

Anna Maria Pasetti

“Porco Rosso ricalca i topoi cari a Miyazaki: le trasformazioni misteriose la forza delle figure femminili, specie bimbe o adolescenti”

Il Messaggero

“Curtis è Ronald Reagan”

Il finale: una cosa che appare non chiara di Porco Rosso è il finale (da molti considerato “aperto”), in realtà non è così: Ci sono ben cinque elementi nel finale che non danno adito a diverse interpretazioni:

Nell’ordine (Spoiler):

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